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Distacco Riscaldamento Centralizzato: guida pratica

Il distacco dall’impianto di riscaldamento centralizzato è una scelta sempre più valutata dai condomini che desiderano maggiore autonomia nella gestione dei consumi e dei costi. Ma non sempre è possibile: la legge prevede condizioni precise da rispettare.
In questa guida vediamo quando è consentito, cosa dice la normativa, quali sono le procedure da seguire e le responsabilità di chi si distacca.


Quando è possibile il distacco

Il riferimento principale è l’art. 1118 c.c., modificato dalla riforma del condominio (Legge n. 220/2012).
La norma stabilisce che:

  • ciascun condomino può rinunciare all’uso dell’impianto centralizzato,
  • a condizione che dal distacco non derivino né aggravi di spesa per gli altri condomini né squilibri di funzionamento dell’impianto.

In pratica, il distacco è possibile solo se non danneggia gli altri utenti.


Cosa dice la legge

Per procedere, è necessario:

  • dimostrare tramite una perizia tecnica che il distacco non causerà problemi di funzionamento all’impianto condominiale;
  • continuare a contribuire alle spese condominiali relative alla manutenzione straordinaria e conservazione dell’impianto;
  • essere esentati invece dalle spese di consumo, in quanto non si utilizza più il servizio comune.

Come procedere al distacco

Ecco i passi da seguire:

  1. Richiesta scritta all’amministratore di condominio, allegando una relazione tecnica a firma di un professionista abilitato (ingegnere o termotecnico).
  2. Verifica in assemblea: l’assemblea non può vietare il distacco se rispettate le condizioni di legge, ma può prendere atto della richiesta e acquisire la perizia.
  3. Esecuzione dei lavori: il condomino incarica un tecnico/installatore per il distacco e l’eventuale installazione dell’impianto autonomo.
  4. Aggiornamento delle tabelle millesimali di consumo, se necessario, per garantire una corretta ripartizione delle spese residue.

Costi e responsabilità

Chi si distacca deve sapere che:

  • continua a partecipare alle spese comuni per la conservazione dell’impianto centralizzato (es. sostituzione caldaia, adeguamenti normativi);
  • risponde personalmente di eventuali danni causati all’impianto o agli altri condomini durante o dopo il distacco;
  • deve garantire che il nuovo impianto autonomo sia a norma e con efficienza energetica adeguata.

Domande frequenti (FAQ)

Il condominio può impedire il distacco?
No, se la perizia dimostra che non ci sono squilibri né aggravi di spesa, l’assemblea non può opporsi.

Chi paga le spese dopo il distacco?
Il condomino paga ancora le spese di conservazione/manutenzione straordinaria dell’impianto centralizzato, ma non quelle di consumo.

Serve il consenso dell’assemblea?
Non serve un voto favorevole: basta dimostrare i requisiti di legge. Tuttavia, l’assemblea va informata e l’amministratore deve aggiornare i bilanci.


Conclusione

Il distacco dal riscaldamento centralizzato è un diritto del singolo condomino, ma può essere esercitato solo rispettando regole precise e dimostrando di non arrecare danni o costi agli altri.
Agire con la consulenza di un tecnico qualificato e in collaborazione con l’amministratore consente di evitare contenziosi e garantire trasparenza.